domenica 20 settembre 2015

Gioie e dolori di un filo ribelle, dopo quasi un anno

Dopo quasi un anno di attività mi degno di scrivere uno straccio di post. Mamma mia quanto sono ribelle.
Chi mi conosce nella vita sa che ho aperto una sartoria, Filo Ribelle, a Firenze, nel feudo conteso tra Firenze e Scandicci, ovvero Ponte a Greve.
Non conoscete le creature che lo popolano? Bene, vi faccio un sunto.
Non èun posto più speciale rispetto ad un altro, ma i popolani hanno dell'incredibile. riescono a farsi odiare in un modo tutto loro, soprattutto perchè tratto con un pubblico geriatrico.
Posso sentire la valanga di commenti negativi:

Sei poco rispettosa verso gli anziani che ci danno la loro esperienza, dobbiamo imparare da loro! E il cliente ha sempre ragione.

Niente di tutto questo è vero, ve lo dico da neo imprenditrice. I maleducati ci sono ovunque e di ogni età. Ho avuto clienti cafoni , giovani ma soprattutto anziani, abituati a una sartoria anacronistica e poco aperti alla mia idea di sartoria creativa.
All'inizio ho fatto la cappellata di mettermi a disposizione per i maglioni fatti a mano. Bene, dopo la vecchina prepotente che mi voleva pagare 20 euro per un maglione con la zip, interamente fatto a mano, con le maniche raglan, ho chiuso i battenti alla realizzazione su commissione dei maglioni.
La maglia è la mia passione più grande probabilmente e la gente l'ha calpestata sminuendola. Quindi, pace, farò solo la sarta.
Ognuno ha il suo metodo, ma si sa, nei paesini piccoli il diverso e il nuovo è il male.
Ho avuto anche tante esperienze positive, come una cliente furbissima che mi ha commissionato il maglione, non s'è fatta più viva per ben otto mesi e ha lasciato l'acconto.
Una cosa non sono riuscita a capire. Il cliente anziano è quello abituato alla realtà della bottega, l'hanno vissuta più di noi giovani superficiali abituati a tutto, figli degli anni '90 cresciuti nella bambagia.
Eppure son quelli che contrattano anche su cinque euro, quelli che muovono critiche aspre non sul tuo operato (che avrebbe un senso, non sono mica Valentino, lo riconosco), ma su cose totalmente inerenti.
  • Sei troppo giovane per fare la sarta (giustamente bisogna esser delle cariatidi per farlo)
  • Chi te li ha dati i soldi per aprire?( ma i fatti tuoi?)
  • Hai mai fatto questo lavoro? (vedi sopra)
  • Orribile tatuaggio (una mi ha chiesto anche se ho la fedina penale pulita, non scherzo)!
  • questa sartoria è troppo pulita,troppo a salottino (certo, la sarta media vive nella melma, io non lo sopporto)
  • tu abiti qui? (questa è gente abituata all'abusività del mestiere, è ovvio)
Oppure gente che critica e non sa la differenza tra una rifinitura a taglia e cuci e una rifinitura a macchina piana. Ora, io sono a lavorare, non posso fare lezioni di sartoria alla gente che non sa nemmeno metter un bottone. Avranno avuto di meglio da fare nella propria vita (anche se la maggior  parte delle mogli ha vissuto di rendita...) che imparare a cucire, ma lascia fare il proprio lavoro a chi lo sa fare e ha una qualifica per farlo.
Ho imparato a sedare la mia permalosità e a lasciar correre certe cose. Insomma, non me ne può fregare un'accidenti. Clienti ne ho, lavoro idem, non mi posso lamentare.
Iniziano a vedere le mie potenzialità.

poi.... vi parlerò anche di Kromski, tranquilli. Lui è... A M O R E. E di Maglianarchica, intanto andatevelo a veere , il link è in alto nelle colonne!

besos.

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