lunedì 14 marzo 2016

Sarò sempre un Filo Ribelle.

Si conclude qui un viaggio bellissimo, fatto di soddisfazioni e di perdite, ma che rimarrà per sempre nel mio cuore, e nelle mie mani.
Dopo una sofferente decisione  ho deciso di fare armi e bagagli e lasciare il mondo dell'imprenditoria artigianale per abbracciare quello della sanità.
 Ho sempre fatto l'artigiano e  non dico che non mi faccia paura, anzi. il primo giorno di tirocinio lo passerò a piangere come ha già pronosticato mia madre. Meno male che mio padre mi ha trovato degli zoccoli arancioni, ultimo retaggio di me, di Elisa, l'arancione, che spezzerà nella divisa bianco sterile da tirocinante operatore socio sanitario.
Cosa è successo?
Potrei rifarmela col mondo intero, facendomi prender dalla rabbia, urlavi he mi avete lasciato sola, facendo i supponenti, rimproverandomi di continuo su quello che avrei dovuto fare e invece non ho fatto, promettendo sostegno ma mostrando egoismo e critiche, senza mai calarsi nei panni di un'esperienza che non proverete mai perché siete troppo v i g l i a c c h i, 
Ma ho pietà per la saccenza di certa gente che si professa umile e poi te lo sderena nell'ano. La responsabilità è mia e avrei dovuto chiuder le porte già prima, mi sono fatta semplicemente prender dall'emotività. Chi c'è stato lo sa, e può dormire sogni tranquilli.
Alla fine chiudi il portone del negozio e sei da sola, non mi potevo aspettare chissà cosa. Poi ricordiamoci che la zona dove sono andata a piantonare il mio negozio era costellata dal bigottismo tipico dei paesini di campagna, dove si, tutti si aiutano, ma tutti coalizzano contro il nuovo, l'evoluzione, il diverso. Ho pietà soprattutto per loro, per chi ha vissuto la realtà delle botteghe e degli artigiani e che si lamenta di continuo della coop aperta vicino eccetera eccetera.
Insomma, domani finisce. Non è ancora chiusa la partita iva, ma domani se ne vanno via gli ultimi vestiti.
Potrò dire che sarà finito tutto a agosto, quando renderò le chiavi alla proprietaria del fondo.
L'illuminazione l'ho avuta dall'ultimo lavoro che ho fatto in confezione, quando sono andata a ritirare una campionatura a una fabbrica cinese, Lo spettacolo è stato scioccante. Gente in condizioni disumane che confezionavano abiti che sarebbero andati in negozi. E dai negozi nei vostri armadi.
Vedendo questo degrado qualcosa si è rotto dentro di me, qualcosa di ormai incrinato.. in quel momento ho realizzato che non volevo prender parte a questo balletto macabro dove chi ci guadagna è solo chi sta alla scrivania.
Purtroppo il mio futuro sarebbe stato quello di gironzolare tra confezioni e eventi, di solo artigianato non si campa. Mi sono sentita sporca e inutile, non potendo con i miei miseri mezzi fare la differenza.
Questa visione ha trovato già terreno fertile, adagiandosi su una depressione già sviluppata tra quelle quattro mura.
A dicembre poi si sente male mia mamma, nulla di apocalittico, ma comunque abbastanza per farci preoccupare. Mi sono sentita schiacciare dagli eventi, non sapendo più  a cosa aggrapparmi per ricercare la stabilità, ho scelto la strada che era semplicemente davanti a me, e che potrebbe rendermi anche una persona migliore.
Ho stampato la domanda per il corso Oss, l'ho compilata e l'ho spedita. Ho fatto la selezione e l'ho passata. E anche alla grande. Quindi, altro giro, altra corsa.
Quest'anno compio trent'anni e non mi sono mai sentita così invecchiata come in questi ultimi due anni. Ma non sono vecchia, anzi.
Questa scelta ha entusiasmato alcuni, altri hanno voluto capire perché questa svolta e altri invece mostrano (tanto per cambiare) dubbi sulle mie capacità di gestire un lavoro del genere.
L'unica cosa su cui ho potuto contare quando volevo superare un ostacolo è stata la volontà. Quando l'ostacolo però è troppo alto, occorre raggirarlo.
Non voglio fare la riccona, ma voglio vivere dignitosamente, tornare a casa e non avere l'ansia di fatture, conti, amministrazioni, commercialista da pagare, gente da soddisfare.
Questo corso mi impegnerà un anno, e l'idea che i miei già fanno questo lavoro da anni, mi rincuora parecchio, perché ci sarà da studiare e imparare a star in reparto, se voglio poi trovare un maledetto lavoro.
Detto questo, non mi toglierete mai i ferri di mano. MAI.

1 commento:

  1. Non voglio dire che ti capisco anche perchè non ho mai gestito un negozio però comprendo il mondo dell'artigianato e di tutta la burocrazia e cazzi e ammazzi che ci sono dietro. Effettivamente è un mondo del cavolo (anche per gli illustratori e fumettisti consigliano di avere un secondo lavoro pensa te), e mi spiace davvero tanto che non sia andata avanti sopratutto con le capacità che hai! :(
    Ad ogni modo non demordere, continua con la tua creatività! Magari puoi buttarti sulle commissioni!!
    In bocca al lupo per tutto!!

    RispondiElimina